Salmonellosi dei suini
Malattia Clinica
La salmonellosi dei suini è una malattia generale che deve essere chiarita con ulteriori esami.
La salmonella può causare malattia accompagnata da sintomi clinici, che possono diventare un problema e minacciare persino la sopravvivenza dell’allevamento. Più il sierotipo è adattato al suino, più gravi sono i sintomi. Nella forma setticemica della malattia, i batteri entrano nel flusso sanguigno degli animali colpiti. I segni clinici sono inizialmente simili a quelli della malattia degli edemi nei suinetti, ma accompagnati da febbre. Questa forma colpisce soprattutto gli animali svezzati e i suini in accrescimento, ma anche i riproduttori. Possono verificarsi casi di morte improvvisa se la malattia assume un decorso peracuto.
Nei casi acuti si ha una colorazione purpurea dei padiglioni auricolari, del grugno e della parete addominale. Una respirazione pesante e faticosa può indicare un coinvolgimento polmonare. La mortalità può essere ben superiore al 20 %. In molti casi, le scrofe gravide abortiscono.
Sierotipi meno adattati causano di solito solo diarrea, per lo più grigio-giallastra e acquosa. Se è interessata la fase di produttiva post-svezzamento, i segni clinici potrebbero essere confusi con la diarrea causata da E. coli. La forma cronica intestinale è caratterizzata da diarrea pastosa o sanguinolenta aspecifica. Altri effetti sono tosse cronica e un numero maggiore di scarti.
Dovrebbe essere tenuta in considerazione la diarrea da salmonella provocata dai trattamenti antibiotici di altre malattie come le infezioni respiratorie. Essa si verifica quando animali con infezione latente da Salmonella sono trattati con un antibiotico a cui quel ceppo di Salmonella è resistente.
Malattia subclinica
Nella maggior parte dei casi, l’infezione da Salmonella nei suini è asintomatica.
Le infezioni da S. Typhimurium e altri sierotipi si verificano nella maggior parte dei casi in un gruppo come infezione latente. I batteri rimangono nei linfonodi intestinali e altri organi fino a quando situazioni stressanti li inducono a una nuova replicazione e la loro diffusione si riattiva. Pertanto, i portatori sani rappresentano una fonte permanente di infezione. Una situazione stressante tipica è la selezione dei suini prima della macellazione, il loro trasporto al macello, il periodo di fermo nelle stalle di sosta e naturalmente la macellazione stessa. Gli studi hanno dimostrato che in poche ore i suini iniziano a eliminare la salmonella durante la loro permanenza nelle aree di attesa dei macelli.
“Una prevalenza elevata e degna di nota della salmonella nei campioni fecali (30,5%), nei tamponi rettali (24%) e sulle carcasse (9,6%) dei suini da macello è stata segnalata da uno studio condotto nel Regno Unito:
Al contrario, altri paesi del l’UE (Finlandia, Svezia e Norvegia), con specifiche garanzie relative alla salmonella nelle carcasse di suini (secondo il regolamento (CE) n.853/2004), hanno segnalato una minore incidenza della salmonella nei campioni di carcasse di suino (0,02%).” (J. Campos et al., Pathogens 2019, 8, 19).
Contrariamente alla produzione avicola che ha procedure di dichiarazione standardizzate e armonizzate, la produzione di suini manca ancora di questo tipo di strumento. Se del caso, i Paesi applicano specifici programmi nazionali di monitoraggio, basati sulla sierologia o sulla batteriologia. Inoltre, nel 2017, solo 7 Stati membri dell’UE hanno segnalato la presenza di salmonella nei campioni ottenuti da allevamenti suini. Tuttavia, ciò fornisce una panoramica molto incompleta.
In Germania da oltre 16 anni il monitoraggio della salmonella, è condotto dalla QS Qualität und Sicherheit GmbH, basato sull’esame sierologico di campioni ematici/succo di carne da suini da macello. Poiché i risultati non determinano sanzioni economicamente rilevanti, il grafico mostra un aumento della prevalenza sierologica piuttosto che un miglioramento.